VEDI QUANT’È BELLA QUESTA FOTO CHE HO FATTO!
Omnis ars imitatio est naturae
Tutta l’arte è imitazione della natura
VEDI QUANT’È BELLA QUESTA FOTO CHE HO FATTO!
Omnis ars imitatio est naturae
Tutta l’arte è imitazione della natura
Non so se a qualcuno di voi è mai capitato di sentire la frase: vedi quant’è bella questa foto che ho fatto!
A me tantissime volte… purtroppo sì, capita spesso e volentieri questa situazione, capita sempre all’improvviso, quando meno te l’aspetti e soprattutto se si sta svolgendo un lavoro importante, sembra fatto apposta come un assioma di Murphy.
Cosa rende bella una foto sembra un concetto difficile da capire per alcuni, il distinguere poi se è bella la foto o il soggetto è addirittura arduo.
La nostra cultura artistica, e per nostra intendo italiana, è scesa a tal punto di non saper più distinguere il brutto dal bello e viceversa. L’italia un tempo era ritenuta la patria dei più grandi artisti, era il posto dove più di tutti si viveva nel bello, l’italiano era considerato da tutto il mondo il maggiore esportatore del concetto di bellezza, in tutto, nell’architettura, nella moda, finanche nella cucina. La maggior parte di noi con gli anni e la tecnologia ha perso il senso artistico che ci portavamo dentro nel DNA da secoli.
Lo vedo nelle scuole e per strada, sento la gente parlare, comunicano e si intralciano da soli, abbandonati a se stessi, organizzano mostre e parlano di arte… Insomma, per dato di fatto mostrano, criticano e insegnano l’arte.
L’arte è una cosa seria, io non saprei neanche da dove cominciare, le foto non le faccio per senso artistico, ma per passione.
Tempo fa in un piccolo paese della Campania ho assistito alla presentazione di un libro , promosso dal comune, che raccontava attraverso una serie di fotografie e di immagini la bellezza artistica e culturale del paese stesso. il sindaco gli assessori e i consiglieri si sono avvicendati quindi sul palco per potere presentare ed elogiare al meglio questo lavoro rappresentativo della loro realtà, quando al culmine della presentazione finalmente lasciano la parola all’ospite d’onore, l’On. Sgarbi che, in giusto tre minuti con la sua critica distrugge libro,fotografie, paese e Sindaco…Il motivo fu semplice, il libro era fatto male, il paese era sotto acculturato, il libro presentava una buona grafica di base, le foto interne erano talmente piene di effetti HDR che distinguere quel paese nel libro con il futuro di Marte divenne un’impresa. Oltre alle altre tante critiche rivolte al paese, Sgarbi snobbando tutti e se ne va.
Quello era un paese di quasi 8.000 abitanti, arte, coscienza e istruzione zero, soldi spesi per nulla e a detta di Sgarbi tutto da rifare.
Eppure anche qui siamo su un concetto base, direi elementare, molti si fanno “imbrogliare” dal fatto che dentro quella foto ci sia una bella ragazza, un bel tramonto o un bell’oggetto, distinguerli a parole povere è altrettanto facile, basta esclamare ad esempio: che bella ragazza! no vedi quant’è bella questa foto che ho fatto!… è un po lo stesso concetto di dire: che bravo cristiano! per poi scoprire che è ateo!
Molte volte invece capita l’esatto contrario, in una foto perfetta in ogni sua parte non si riesce a percepire la bellezza, l’importanza estetica/artistica o tecnica, solo perché il soggetto principale interno è in confusione con il resto della composizione.
Omnis ars imitatio est naturae – diceva Seneca – Tutta l’arte è imitazione della natura. Ma poco dopo 2000 anni, noi, ancora non ci siamo arrivati.
D’altronde il concetto di : vedi quant’è bella questa foto che ho fatto!, ha anche una sua versione moderna, che parte prima di fare la fotografia: Facciamo una bella foto? e questa forse un po ci sta, solo per divertimento ovviamente, perché di fotografia vera non se ne parla neanche…
C’è gente che scatta fotografie senza ritegno, anche professionisti o presunti tali, molti, per esempio, si emozionano guardando una foto scattata ad un eschimese, esclamare che la foto è bella in questo caso è semplice perché la bellezza non è data dalla tecnica dello scatto ma dall’emozione che suscita. Ma, mettiamo il caso, che effettivamente la foto è bella o fatta bene, quel che si vuole insomma, il sintomo emozionale di quella foto è realmente più forte, questo perché il soggetto è talmente diverso dalla nostra razza e cultura che la sua sembianza facciale ci porta ad un’espansione della nostra visione giornaliera, è più bello semplicemente perché è diverso da noi, è un po come dire che la donna araba o dell’est è bella a priori, è bella semplicemente perché da noi non ce ne sono, quindi per istinto è più bella e emoziona di più. Stesso fatto succede se, il ritratto di un italiano viene mostrato a un altro italiano, il peso emozionale è minore per abitudine, ma mostrando una foto di un ritratto di un italiano ad un eschimese, anche il più brutto può diventare bello. 🙂
Questo per dire che è molto facile sentirsi fotografi o pensare di aver realizzato un reportage solo perché sei andato all’estero, magari in Brasile ed hai fotografato una cultura completamente diversa, sebbene sia da apprezzare l’intenzione comunque non basta.